"Perchè scrivo? Per paura che si perda il ricordo delle persone di cui scrivo, per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile"

- FABER -

mercoledì 17 marzo 2010

Da un taccuino di alioscure

messaggio privato del 17/3,ore 17 (in sintesi):
ma sei tu gufaccio? allora davvero è durata la tua storia,chi l'avrebbe detto?

io l'avrei detto,ma solo due estati fa. prima era difficile pensarlo. ed è durata in quanto è mutata. tutto deve per forza cambiare,nella vita. quando il cambiamento cessa,si muore.
muoiono le stagioni,le foglie,gli umani. ma muoiono solo per potersi rinnovare.

è di questi giorni la lettura di molti taccuini in cui si parla di uscire dai ruoli,di viversi liberamente,di creare altre tensioni,di essere sè stessi e non una veste indossata per l'occasione. master,mistress,slave. nomi,etichette. un o è ciò che sente di essere ed è ciò che vive. si vivono energie molto differenti,si esce da una porta e si entra da un'altra.nessuno è sempre identico perchè variano le persone con cui si confronta,nessu amore è eguale all'altro,e anche nessun odio. le forze mutano con gli equilibri e la mancanza di equilibri.
i buoni hanno i cappelli bianchi ed i cattivi quelli neri solo nei film. le distinzioni a volte sono soltanto limiti,paure,incertezze a voler essere altro,ad aprire la visuale a trecentosessanta gradi. vale qualche regola,almeno? sì. sii te stesso sempre. siilo e non limitarti ad apparire.

-cosa vuoi?
-cosa vuoi TU?
-non lo so,credo te
-non puoi possedermi
-perchè no?
-non sono un oggetto
-ci tengo a te,mica ti voglio mettere in gabbia
-le gabbie sono le etichette,tu hai cercato di attaccarmene una addosso
-io volevo solo tenerti
-puoi tenermi in un modo solo
-quale,dimmelo e lo farò
-puoi tenermi facendoti tenere tu
-va bene
-puoi farti possedere tu
-va bene
-non hai paura?
-solo di perderti.così ti perderò?
-no,così no
-allora va bene,fallo
-cosa devo fare?
-quello che vuoi
-mettiti in ginocchio e porgimi il collo,non voglio fare fatica a metterti questo collare

fatica si fa sempre,sempre. a mettere il collare,a farselo mettere,a toglierlo,a tenerlo.
ci hai messo un anno. hai preso anche molte botte. ma poi è successo.
uno si guarda allo specchio e si vede nudo. niente maschere,niente favole davanti al camino. uno poi dice- che minchia,ma questa condizione è quella naturale,cui ho sempre teso con lei. cosa mi impediva di far uscire la crisalide dal bozzolo?

-la paura
-paura di che cosa?
-di cedere,di perdere.uno sa cosa lascia,non sa cosa trova. uno ha paura della strada nuova perchè la vecchia è conosciuta,rassicurante. ogni cambiamento radicale sai perchè fa tanta paura?
-dimmelo tu
-perchè deve morire sempre qualcosa per far nascere qualcos'altro
-e quando senti che non t'importa morire?
-allora rinasci

la schiava butta il suo collare sul letto. lo guarda,è un oggetto. cuoio e fibbie di metallo brunito. una cosa soltanto. è lei che la faceva diventare importante,che lo può fare. i simboli li creiamo noi. e lo facciamo per contenere le nostre immagini interiori. ora la donna scissa dal suo passato si vede diversa,eppure è sempre eguale. ora è solo lei abbracciata al suo futuro. non rinnega niente,tutto è servito,tutto è confluito lì,dove si biforca la strada e ora va altrove. lei è giunta fin lì portata al guinzaglio. ora non serve più,poichè ora è sicura quando cammina e sa dove andare.
guarda il cielo rovesciato sul mondo. poi dice:- ora tocca a me
tocca sempre a chi è pronto. non si perde niente,se si pensa a quello che si può guadagnare. si perde solo la paura,ma quella non ha mai reso ricco nessuno

il re è morto,viva la regina

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